Cari lettori,
ogni volta che vado in posti che per qualche motivo hanno una rilevanza storica ho sempre la sensazione di essere piccolo piccolo…a voi è mai successo? (more…)
Cari lettori,
ogni volta che vado in posti che per qualche motivo hanno una rilevanza storica ho sempre la sensazione di essere piccolo piccolo…a voi è mai successo? (more…)
Cari readers,
oggi vi propongo un outfit semplice, giocato sull’abbinamento del verde e del grigio chiaro. Insieme mi piacciono molto e rappresentano, a mio avviso, una buona alternativa al classico “spezzato” giacca blu e pantalone grigio.
Lo smanicato in lana riprende il colore del pantalone mentre cravatta, scarpe e borsa sposano i toni del marrone, insieme al gilet.
Il pantalone è stato “ripreso” in sartoria portando il fondo ai 16 cm, mentre la giacca presenta asole funzionali e doppio spacco posteriore.
Cosa ne pensate?
Alla prossima
Aboutaman
Wearing: Pedro del Hiero jacket//Tombolini trousers//Santoni shoes//Cenci tie//8 bag//Kruder sleeveless//Vintage55 vest//Rayban sunglasses//Rolex watch//Erreffe shirt//Gerba chain![]()
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Cari readers,
lo scorso week-end ho approfittato di qualche ora di libertà dagli impegni lavorativi per riorganizzare, almeno mentalmente, l’armadio. Ritengo questa “procedura” di assoluta importanza in questo momento dell’anno, perchè la “pianificazione” serve a tracciare le linee guida che ci porteranno nell’inverno senza sbagliare un colpo.
Mi spiego meglio. Aprire l’armadio ed iniziare a “far respirare” il guardaroba invernale permette di fare una prima selezione dei capi che quest’anno andranno nel cesto del “wear – do not wear“. Questa prima “scrematura” è anche necessaria per far spazio nell’ambiente più amato dagli “shopping addicted”…l’armadio.
In tal modo, in un momento dell’anno dove ancora si indossano capi di “mezza stagione”, riesco a capire cosa “mi serve” (in senso metaforico ovviamente 🙂 ) e cosa no, ed essere razionale nel momento dell’acquisto.
Infatti, mi è capitato di ritrovare capi che non ricordavo di avere e che magari avevo preventivato di acquistare a breve, ignaro di averlo già fatto stagioni passate! Com’è possibile, direte voi? E’ possibile quando si parla di “acquirenti seriali” come il sottoscritto!
Fatto “l’inventario” passo a scrivere una lista di capi che, ripartiti per tipologia (scarpe, pantaloni, giacche, etc) ho intenzione di comperare. (non uso scientemente il termine “ho bisogno”). Questa tecnica mi permette di essere poco “istintivo” e sensibile al richiamo delle vetrine luccicanti, come Ulisse fece con le sirene… 🙂
Un consiglio. Io controllo anche lo stato di usura di quei capi che definirei “iconici”. Mi riferisco, ad esempio, ad un maglione girocollo di cashmere blu o grigio, ad una giacca blazer blu, ad un jeans basic o anche una scarpa oxford nera. Questi capi sono basici ed anche se vengono sostituiti non cambiano mai, tuttavia essendo messi e rimessi decine di volte si “consumano” di più.
Tornando al discorso iniziale, lo scorso week end ho fatto la prima selezione di ciò che sicuramente non indosserò per l’inverno 2014/2015, creando quindi spazio ai nuovi arrivi. Con stupore ho notato che nelle stagioni passate ho comperato molti capi di un brand da tutti conosciuto, ossia la “Polo Ralph Lauren”, soprattutto polo e camicie, che uso nel tempo libero, ma anche maglioni e felpe. Per cui, dato che il mio tempo libero è poco, ho deciso che, in proporzione, polo e camicie sono troppe! 😉 Pertanto per la prossima stagione A/I mi rivolgerò ad altri acquisti ed anzi del brand in questione mi disferò di qualche esemplare ormai datato.
Per rendere l’idea, e molti sono ancora ben chiusi nell’invernale…
Quanto detto, ovviamente non esaurisce un argomento molto vasto, ma vuole rappresentare un piccolo esempio di come si possa programmare ed indirizzare gli acquisti futuri, senza rischiare inutili spese. Acquistare in modo”efficace”, di questi tempi è fondamentale per un gentlman moderno, attento allo stile, ma anche alle proprie finanze 😉
Altre argomentazioni sul tema le trovate anche qui.
Alla prossima!
Aboutaman
Cari readers,
il calendario dice che l’estate ha i giorni contati, nonostante le temperature ancora invoglino a colori dal sapore tipicamente estivo. Settembre è da sempre il mese della ripresa degli impegni lavorativi o scolastici e così, anche gli outfits necessariamente si adeguano, sostituendosi a quelli vacanzieri, più spensierati e colorati.
Vi propongo il mio ultimo abbinamento “spezzato”, che “pesca” direttamente nell’estate in fatto di colori e tessuti. Ho scelto un pantalone panna ed una giacca “tailored” in puro cotone con effetto leggermente invecchiato, di colore marrone. Completano l’outfit camicia pied de poule bianca e celeste, papillon fantasia marrone in pura seta e cinta in camoscio color aragosta, abbinata ad un paio di mocassini fatti a mano. Gli occhiali sono i Rayban cytrus dalle lenti molto riposanti 😉
Spero che l’effetto finale vi piaccia!
Alla prossima!
Aboutaman
Dettagli giacca: Due bottoni con revers da 8 cm, spacchi posteriori alti 24 cm e fondo manica a 13,50 cm, 4 asole funzionali per lato.
Dettagli:
//Soufino Roncacè jacket //Incotex pants // Santoni shoes //Eredi Pisanò belt //Vintage bowtie //Erreffe camicie //Rayban sunglasses //8 bag
Cari readers,
spero le vostre vacanze siano andate bene. Le mie hanno lasciato una sola certezza…sono finite 🙂
E’ quindi tempo di tornare pian piano alle solite abitudini e così, con rinnovato entusiasmo riprendo l’immaginario percorso volto a raccontare quel mondo del menstyle a me caro, nella speranza di rappresentare, per chi legge, una sana e costruttiva distrazione dai propri impegni quotidiani.
In molti (in realtà i quattro fedeli amici che mi seguono assiduamente 🙂 ) mi chiedono quali siano i tratti distintivi di una giacca “napoletana”, perché oggi si parla tanto, di mappine, rollini, sgrazilli e barchette, ma ho capito che c’è una certa confusione sull’argomento ed in fondo, in pochi, davanti ad una giacca sono davvero “preparati”. E così nelle vetrine dei negozi si leggono spesso parole quali tailored, bespoke, sartoriale, che non fanno altro che alimentare la confusione sull’argomento.
Ovviamente non ho la presunzione di far tornare il sereno nel cielo delle incertezze sartoriali, ma almeno mi sia concesso di far “passare” qualche raggio di sole, che permetta a chiunque di saper riconoscere le caratteristiche specifiche che connotano la giacca napoletana, oggi vero e proprio must have nel guardaroba maschile.
Nei miei precedenti articoli, oltre a qualche cenno storico ho già individuato alcuni tratti distintivi della giacca napoletana, quali il fatto che, nel monopetto è a “tre bottoni ma viene stirata a due”, ha un collo alto e presenta spacchi laterali profondi, che in molti casi possono arrivare anche ai 28-30 cm. La tasca applicata, invece, è a pignata, per la sua forma peculiare, simile a quella di una pentola. La tela all’interno è leggera, la fodera è a metà o è assente. La ripresa (pence) sul davanti si fa fino al fondo, il taschino in petto è a barchetta e i bottoni sulla manica sono uno, per il blazer sportivo e due distanziati, per l’abito. I revers sono ampi, in genere non meno di 8-10 cm.
Tutto chiaro? Ovviamente no e così ho pensato di mettere una lente di ingrandimento su ciascuno di questi elementi, così da chiarire meglio i singoli concetti.
La manica con l’aria vissuta, che non disdegna le pieghe all’attaccatura, dà la possibilità di muoversi con disinvoltura, senza mai conferire un aspetto ingessato, ma rilassato e disinvolto. La “repecchia” o “mappina” è proprio quella caratteristica che presupponendo un giromanica “a camicia”, si ottiene lavorando sulla lentezza della “tromba” della manica. Quest’ultima avrà un’ampiezza maggiore del giromanica e così quando si unisce la manica al giro si avrà proprio quell’effetto che fa effetto “straccio” o, appunto “mappina”, conferendo nel contempo alla giacca una maggiore elasticità nei movimenti della spalla.
Uno dei “sostenitori” della manica a “mappina” è senz’altro Valentino Ricci, co-fondatore di Sciamàt, del quale ho già parlato qui. Infatti, nelle sue creazioni è evidente la piegatura che si forma sulla manica, che conferisce quell’aria vissuta e quasi “spiegazzata” alla giacca. Nello specifico il giromanica è molto stretto rispetto alla manica e così l’effetto voluto e creato è quasi un “arricciamento” della manica sulla spalla.
Altra caratteristica della giacca napoletana è il taschino sul petto, che a differenza del classico stile inglese viene tagliato leggermente concavo sull’orlo superiore, in modo che risulti simile al profilo di una barca o una pentola, a secondo della similitudine che più ci aggrada. Anche le tasche laterali, generalmente applicate ” a toppa”, secondo la tradizione partenopea sono spesso realizzate con lo stesso taglio a “barchetta” o, appunto “a pignata”. Si tratta di un vezzo estetico che non ha un rilievo funzionale ma è nel contempo uno dei tratti distintivi delle giacche napoletane.
Prossimamente approfondiremo altri aspetti della giacca napoletana…e se nel frattempo vi è venuta voglia di una giacca su misura ed abitate a Roma o dintorni, potete rivolgervi agli amici della Sartoria Giuliva, vero e proprio “tempio” della sartoria napoletana a Roma, nonché profondi conoscitori ed amanti del “bel vestire”.
Alla prossima!
Aboutaman