about a man

Il papillon è glamour!

Ebbene si, possiamo affermare con ragionevole certezza che il “papillon”, un tempo visto come vezzo di un certo mondo “intellettual-chic” è stato sdoganato, o almeno mi piace pensare che sia così  🙂

studioCravattino, farfallino, bow tie o più comunemente “papillon” è da sempre sinonimo di eleganza se associato all’immagine di smoking o frac, mentre nell’immaginario collettivo, è spesso stato collegato all’abbigliamento tipico di particolari professioni, quali l’architetto, l’artista o il professore universitario, ma ciò non ha, al giorno d’oggi, un riscontro nella realtà.

Il papillon si è visto all’ultimo Pitti Uomo, e pian piano sta tornando nello streetstyle quotidiano, anche abbinato in modo stravagante.

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2014-07-02 09.12.16Comunque lo si indossi, comune denominatore è che si diventa come calamita per gli occhi altrui. Non ci credete? Provate ad indossarlo, e vedrete che il mondo si girerà a guardarvi e, se una metà penserà che siete “strani”, l’altra, pur non ammettendolo mai, vi guarderà con ammirazione o quantomeno dovrà darvi atto del “coraggio” e della “disinvoltura” necessari per indossarlo. Ed in effetti, preparatevi, perché sarete al centro dell’attenzione ovunque andrete, tranne, forse, alla “prima” della Scala di Milano, dove riuscireste a confondervi 😉

Fefe_Pochette_Accessory_Pocket_Square_Finaest_2Giorni fa ho preso la metropolitana per un appuntamento di lavoro ed avevo messo “lui”, “il famigerato” papillon. Poi gli impegni e le telefonate mi avevano fatto dimenticare di averlo addosso, fino a quando, seduto, mi sono sentito osservato ed ho capito che il mio “accessorio” mi rendeva una mosca bianca. Felice di questo? Non saprei, di certo soddisfa il lato narciso che si nasconde in ognuno di noi, suscitando curiosità in chi ci guarda.

Vi lascio qualche scatto di come ho interpretato questo accessorio, a mio avviso di grande tendenza nella prossima stagione autunno/inverno, magari in un tessuto twill o lana, e perché no, anche in cashmere…

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Una piccola curiosità…sul mercato si trovano dei “papillon” già annodati, pronti per essere indossati…però, ca va sans dire… volete mettere il fascino di farsi da soli il nodo? Ecco due differenti modi di annodare il papillon:

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Nodo 1

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Nodo 2

Alla prossima!

Aboutaman

Handcrafted shoes

Cari dappers readers, penserete che le scarpe siano il mio cruccio, data la frequenza con cui torno a parlare di loro. Ebbene…si e no. Si, nel senso che di scarpe ne potrei avere un numero infinito e non mi stancherei mai di guardarle, sia indossate ai piedi che dentro la scarpiera. No, nel senso che della scarpa mi interessa non solo il lato estetico e glamour che è di impatto immediato, ma anche l’aspetto “tecnico”, legato ai metodi di lavorazione, che evocano un mondo fatto di artigianalità che si fonde in un misto di fascino e maestria. 

Vedere come dei semplici pezzi di pelle e cuoio si trasformino, passando per mani sapienti, in vere e proprie opere d’arte è qualcosa che visto dal vivo riesce ancora ad emozionare e dovrebbe far riflettere prima di dire che alcune scarpe sono “troppo care”, tornando un po’ al ragionamento che abbiamo fatto qui

Ma quali sono le principali tecniche di lavorazione di una scarpa artigianale?

Senza presunzione di esautività, si possono restringere a tre:

  • Blake

Inventata nel 1858 dal tecnico americano Blake, l’omonima invenzione consiste nel unire (attraverso l’omonima macchina Blake) con un’unica cucitura la suola, la fodera, la tomaia e il sottopiede. È sempre possibile riconoscere le calzature lavorate con questa tecnica in quanto all’interno delle stesse è visibile la cucitura che attraversa il sottopiede. Si tratta della cucitura meno pregiata tra quelle descritte, ma senz’altro conferisce alla calzatura una buona morbidezza e permette di realizzare un buon prodotto.

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  • Goodyear

Questo tipo di lavorazione prende il nome dal suo inventore, Charles Goodyear, che la mise a punto e la brevettò nel 1832: è una lavorazione costosa, laboriosa e che richiede grande perizia e precisione, ma rappresenta ancora oggi la massima qualità di costruzione possibile.

Una delle peculiarità principali di questa lavorazione consiste nell’utilizzare una striscia di cuoio chiamata “guardolo”, che corre lungo tutto il perimetro della scarpa e viene legato con una prima cucitura trasversale insieme alla tomaia e alla fodera. Successivamente viene effettuata una seconda cucitura, sempre dall’interno, che unisce la parte inferiore del “guardolo” alla suola.

3L’intercapedine così formata è riempita da un’intersuola fatta di materiali naturali, in genere sughero, che viene posta all’interno prima di unire il corpo alla suola con la seconda cucitura.

In questo modo si ottiene un perfetto isolamento del piede dal suolo su cui poggia la scarpa e si consente all’intersuola di svolgere al meglio il suo lavoro di espulsione della naturale umidità che viene generata dal piede. La doppia cucitura e lo speciale filato utilizzato consentono inoltre alla pelle della scarpa di potersi dilatare o contrarre, a seconda delle condizioni climatiche, senza subire danni o screpolature.

La lavorazione Goodyear è l’unica che consente di scucire la suola usurata e di sostituirla ricucendone una nuova.  Molte scarpe inglesi “famose” sono realizzate con questa tecnica, che le rende praticamente “eterne”.

  • Norvegese 

E’ una delle lavorazioni più laboriose e la sua realizzazione inizia dopo che la tomaia, abilmente tirata ed inchiodata sulla forma, ottiene la sua sagoma. Occorrono tre cuciture per completare l’opera di questa complessa lavorazione. E’ l’artigiano stesso che delinea il passo dell’impuntura visibile esternamente, decidendone la cadenza punto dopo punto adornando e legando le parti che compongono la scarpa.

La prima cucitura lega la tomaia al sottopiede, la seconda lega ancora la tomaia, dopo essere stata rovesciata esternamente, alla suola di mezzo. E’ evidente quindi che in questa lavorazione il bordo che gira lungo il perimentro della scarpa e quindi della suola, è determinato non dal guardolo, ma da una vera e propria suola di mezzo, chiamata “intersuola“. A questa quindi viene poi cucita la suola finale creando così un unico corpo legato.

Questa complessa ed affascinante lavorazione è adatta per chi sceglie un tipo di scarpa robusta e solida e rappresenta senz’altro il metodo più complesso di lavorazione, dato che si realizza cucendo la tomaia al sottopiede e poi alla suola, creando un profilo intrecciato, lungo tutto il bordo della scarpa.

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Per produrre una scarpa con i metodi sopra descritti si possono impiegare tra le 8 e le 27 ore, e questo dato, già da solo dovrebbe farci riflettere sul perchè scarpe apparentemente simili possono differire nel prezzo anche di 4 o 5 volte. Inoltre, una scarpa artiginale è un investimento che ci accompagnerà per molti anni perchè sicuramente invecchierà, ma potrà sempre essere riparata e tornare come nuova e sarà sempre al riparo dall’obsolescenza delle mode. 

Alla prossima!

Aboutaman

Summer pants…made in italy of “BERWICH”

IMG_5683The latest edition of Pitti Uomo, it was an opportunity not only to meet old and new friends, but also to “breathe” new trends, and understand how we wear next spring / summer.

There could be no better opportunity to deepen their knowledge of a brand that manufactures pants since 1975, and does it with style, elegance, and especially in Italy.

In time of relocation and products that “made ​​in Italy” are only the scent, there are those who still produces its garments in Italy.

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L’ultima edizione del Pitti Uomo è stata un’opportunità non solo per incontrare vecchi e nuovi amici, ma anche per “respirare” le nuove tendenze, e capire come ci vestiremo la prossima primavera/estate.

shopsOccasione migliore non poteva esserci per approfondire la conoscenza di un marchio che produce pantaloni dal 1975, e lo fa con stile, eleganza e sopratutto in Italia. In tempo di delocalizzazioni “furenti” e prodotti che di “made in italy” hanno solo il profumo, c’è chi ancora produce i suoi capi interamente in Italia.

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IMG_5678A passion was born in a small garage in the 70s by the idea of ​​two young men, Michele and Anna Fumarola, still the owners. The company is part of the textile district of Martina Franca, one of the most important industrial centers in the Italian sector of clothing and due to the thrust of the new generation, consisting of Graziana, Antonella, Angelo, Massimo the company, as always “contractor “under the name of ICOMAN, since 2007, has decided to create its own brand of pants, just Berwich – pure Made in Italy.

Thanks to the valuable contribution of approximately 100 employees, the company holds full production process within its walls, without any relocation. Inside the lab, the fusion of high technology and traditional tailoring to ensure the efficiency of production and quality. The style is taken care of internally, born from creative ideas that aim to give the Chiefs connotations of recognition, through the use of excellent fabrics, refined details, fit-to-date, elegant packaging. The attention to detail is the strength of the team style, which also takes care of the tone of the cotton, the mix of colors, the merit of the stitching and accessories. Nothing is left to chance.

 The company occupies an area of ​​about 10,000 square meters, with over 180 production steps and has a daily capacity of about 1,200 heads.


company-ctUna passione nata in un piccolo garage negli anni ‘70 dall’idea di due giovani, Michele ed Anna Fumarola, ancora oggi i titolari. L’azienda fa parte del distretto tessile di Martina Franca, uno tra i poli industriali più importanti nel comparto italiano dell’abbigliamento e grazie alla spinta propulsiva della nuova generazione, costituita da Graziana, Antonella, Angelo, Massimo l’azienda, da sempre “contoterzista”, sotto il nome di ICOMAN, dal 2007 ha deciso di creare il proprio marchio di pantaloni, appunto BERWICH – puro Made in Italy.

catania-schizzo-abbigliamento-calvin-klein-bearwich-sconto30-29351-Wdettaglio1Grazie al contributo prezioso di circa 100 addetti, l’azienda detiene integralmente il processo produttivo all’interno delle proprie mura, senza alcuna delocalizzazione. All’interno del laboratorio, la fusione di alta tecnologia e tradizione sartoriale garantisce l’efficienza produttiva e qualitativa. Lo stile è curato internamente, nasce da spunti creativi che mirano a dare ai capi connotati di riconoscibilità, grazie all’impiego di tessuti d’eccellenza, dettagli raffinati, vestibilità aggiornate, packaging elegante. La cura dei particolari è la forza del team stile, che si prende cura anche del tono del cotone, del mix di colori, del pregio delle cuciture e degli accessori. Nulla è lasciato al caso.

L’azienda occupa una superficie di circa 10.000 metri quadrati, e con oltre 180 passaggi produttivi ha una capacità giornaliera di circa 1200 capi.

BERWICH

 

See you soon!

Alla prossima!

Aboutaman 

Pitti people’s

The week just ended was one of the most active of the Italian fashion. From June 17 to 20 is, in fact carried out the 86th edition of Pitti Immagine Uomo, and with it the city of Florence has become the protagonist of style and fashion for men.

Photo sets, more or less improvised were set up for “shooting” models, bloggers and people more or less famous and the air we breathed was one of the great occasions.

Arrived at the Fortezza da Basso, home of the now historic Pitti Immagine, I immediately immersed in the subliminal world that surrounds the event and I could not resist photographing even some wacky outfits, however, in particular, appeared to me not out of tune but just folklore.

I leave you some pictures we made during the event.

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La settimana appena conclusa è stata una delle più attive nel panorama dalla moda italiana. Dal 17 al 20 giugno si è infatti svolta l’86° edizione del Pitti Immagine Uomo, e con lei la città di Firenze è diventata protagonista dello stile e della moda maschile.

Set fotografici più o meno improvvisati sono stati allestiti per “shooting” di modelli, blogger e personaggi più o meno famosi e l’aria che si respirava era quella delle grandi occasioni. 

Arrivato a Fortezza da Basso, sede ormai storica del Pitti Immagine, mi sono subito immerso nel subliminale mondo che avvolge la manifestazione e non ho resistito a fotografare anche qualche stravagante outfit che, tuttavia, nello specifico, non mi è apparsa stonata ma semplicemente folkloristica.

Vi lascio qualche scatto che abbiamo fatto durante l’evento.

Alla prossima!

Aboutaman

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Mr Raro of Mararo

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Mr Lino Ieluzzi

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Mr Sartoriomerta

IMG_5714 (Copia in conflitto di PC-acer-5535 2014-06-22)

Mr Mariano Di Vaio

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Vittorio D’Agostino e Gerardo Cavaliere of Sartoria Giuliva e Mr Samuel Nardi (in the middle)

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Mr Fabio Attanasio

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Mr Valentino Ricci of Sciamàt

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Mr Gennaro Annunziata

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Mr Louis Nicolas Darbon

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 Ph credits: Fabrizio D’Orazi

Swimsuite 2014

E’ arrivata! Non si può far finta di niente se l’estate è ormai alle porte e se il caldo di questi giorni ci fa spogliare mettendo in evidenza tutti i difetti di un inverno passato a poltrire 😉 Adesso bisogna correre ai ripari ma c’è poco tempo ed il rischio di fare “diete” squilibrate è molto alto. Bocciato il digiuno totale, l’ideale è farsi una “scheda” con il tempo che abbiamo a disposizione prima di mettere le nostre “grazie” al sole in pubblico, cercando di darci un obiettivo raggiungibile. Se sono i classici 2-3 Kg accumulati durante l’inverno basterà eliminare qualche eccesso (fritti, alcool, pane, etc) e la situazione dovrebbe rientrare da sola. Se invece il problema deriva da anni di accumulo, allora c’è sempre la vacanza in montagna! 🙂 Ad ogni modo non disperiamo, se il mare è il nostro prossimo obiettivo, ci sono alcuni accorgimenti che permetteranno di “mascherare”, o almeno di attenuare eventuali difetti fisici.  photo Robinson-Les-Bains-Swimsuit.png photo Swimwear-Vilebrequin.pngVerò è che la spiaggia non va sottovalutata, perchè non perdona! Il consiglio è sempre quello di scegliere in base alla propria fisicità. Mai comperare un costume solo perchè appeso alla stampella è bello o peggio perché è di marca…il “rotolino” non si può sistemare in sartoria! 😉 Inoltre, a mio avviso vale sempre il detto che è meglio “grasso abbronzato che magro bianco”, per cui se proprio non riusciamo a rimediare a qualche “eccesso” qua e la, almeno arriviamo all’appuntamento “mare” con un colore della pelle che aiuti.  photo Gucci-Swimsuit.png

Ricordiamo, inoltre che andare al mare non significa dimenticare le regole essenziali dell’eleganza. Buongusto e sobrietà dovrebbero essere i principi da tenere presenti nel momento della scelta. Bandito sempre il tanga, che se per una donna può essere provocante ma inappropriato in un luogo dove ci sono dei minori, per un uomo diventa oltremodo ridicolo.

Per ogni fisico e per ogni età un costume diverso! 

Uomo alto e dal fisico atletico: Dio ti ha graziato! Puoi indossare qualsiasi tipo di modello ti giri per la testa. Puoi addirittura osare con le stampe (fino ad una certa età) ma poni attenzione ai colori. Sceglierai un colore allegro nel caso di carnagione scura, mentre se sei “bianchiccio” alla svedese i toni freddi non si scontreranno con il tuo aspetto.

come scegliere il costume da uomo 2

Uomo alto e magro: il problema in questi casi sono le gambe. Vi sono in giro uomini alti e belli ma con gambe terribilmente magre che uno si domanda come riesce a non spezzarsi. Sicuramente in questi casi la scelta ricade sul modello “shorts”, fino al ginocchio, con gamba larga e di colore chiari, quelli scuri come il nero finirebbero per rendervi le gambe ancora più magre. Unico inconveniente è solo per l’abbronzatura, ma si possono arrotolare nel momento in cui starete stesi al sole.

come scegliere il costume da uomo

Uomo alto ma tendente al grasso: a differenza del caso sopra esposto qui lo “shorts” è preferibile nei toni scuri ( blu, verde militare, nero) oppure a stampa ma con disegni micro altrimenti si rischia di trasformare la gamba in un cosciotto di maiale!

Uomo atletico ma di statura bassa: vietati i costumi fino al ginocchio tipo surfista. Dovete scegliere un modello che aggiunga altezza e non che la tolga. Benvenuti i boxer a vita bassa, aderente. 

Uomo robusto e di bassa statura: non disperate c’è un modello anche per voi. Dobbiamo trovare qualcosa che slanci e dimagrisca. La scelta ricadrà su “short” parigamba (no aderenti, no a vita bassa, no dai toni chiari).

Uomo di una certa età: parole d’ordine sobrietà. Vietati i costumi troppo colorati e con le stampe a fiori hawaiani, fanno troppo “non invecchio mai”. Occorre essere orgogliosi del proprio status e cercare il modello adatto. Il boxer dalla gamba un po larga ed a tinta unica mi sembra la scelta perfetta.

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 Infine volevo segnalare che quest’anno sta prendendo piede una nuova moda…il mezzo slip da uomo…No comment! In spiaggia ci sono anche i bambini 😉   Alla prossima!

Aboutaman