Month: August 2014

La giacca napoletana svela i suoi segreti…

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Cari readers,

spero le vostre vacanze siano andate bene. Le mie hanno lasciato una sola certezza…sono finite 🙂

E’ quindi tempo di tornare pian piano alle solite abitudini e così, con rinnovato entusiasmo riprendo l’immaginario percorso volto a  raccontare quel mondo del menstyle a me caro, nella speranza di rappresentare, per chi legge, una sana e costruttiva distrazione dai propri impegni quotidiani.

In molti (in realtà i quattro fedeli amici che mi seguono assiduamente 🙂 ) mi chiedono quali siano i tratti distintivi di una giacca “napoletana”, perché oggi si parla tanto, di mappine, rollini, sgrazilli e barchette, ma ho capito che c’è una certa confusione sull’argomento ed in fondo, in pochi, davanti ad una giacca sono davvero “preparati”. E così nelle vetrine dei negozi si leggono spesso parole quali tailored, bespoke, sartoriale, che non fanno altro che alimentare la confusione sull’argomento.

Ovviamente non ho la presunzione di far tornare il sereno nel cielo delle incertezze sartoriali, ma almeno mi sia concesso di far “passare” qualche raggio di sole, che permetta a chiunque di saper riconoscere le caratteristiche specifiche che connotano la giacca napoletana, oggi vero e proprio must have nel guardaroba maschile.

Nei miei precedenti articoli, oltre a qualche cenno storico ho già individuato alcuni tratti distintivi della giacca napoletana, quali il fatto che, nel monopetto è a “tre bottoni ma viene stirata a due”, ha un collo alto e presenta spacchi laterali profondi, che in molti casi possono arrivare anche ai 28-30 cm. La tasca applicata, invece, è a pignata, per la sua forma peculiare, simile a quella di una pentola. La tela all’interno è leggera, la fodera è a metà o è assente. La ripresa (pence) sul davanti si fa fino al fondo, il taschino in petto è a barchetta e i bottoni sulla manica sono uno, per il blazer sportivo e due distanziati, per l’abito. I revers sono ampi, in genere non meno di 8-10 cm.

Tutto chiaro? Ovviamente no e così ho pensato di mettere una lente di ingrandimento su ciascuno di questi elementi, così da chiarire meglio i singoli concetti.

La manica “a mappina”

images (1) La manica con l’aria vissuta, che non disdegna le pieghe all’attaccatura, dà la possibilità di muoversi con disinvoltura, senza mai conferire un aspetto ingessato, ma rilassato e disinvolto. La “repecchia” o “mappina” è proprio quella caratteristica che presupponendo un giromanica “a camicia”, si ottiene lavorando sulla lentezza della “tromba” della manica. Quest’ultima avrà un’ampiezza maggiore del giromanica e così quando si unisce la manica al giro si avrà proprio quell’effetto che fa effetto “straccio” o, appunto “mappina”, conferendo nel contempo alla giacca una maggiore elasticità nei movimenti della spalla.

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Uno dei “sostenitori” della manica a “mappina” è senz’altro Valentino Ricci, co-fondatore di Sciamàt, del quale ho già parlato qui. Infatti, nelle sue creazioni è evidente la piegatura che si forma sulla manica, che conferisce quell’aria vissuta e quasi “spiegazzata” alla giacca. Nello specifico il giromanica è molto stretto rispetto alla manica e così l’effetto voluto e creato è quasi un “arricciamento” della manica sulla spalla.

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La tasca “a pignata”

Altra caratteristica della giacca napoletana è il taschino sul petto, che a differenza del classico stile inglese viene tagliato leggermente concavo sull’orlo superiore, in modo che risulti simile al profilo di una barca o una pentola, a secondo della similitudine che più ci aggrada. Anche le tasche laterali, generalmente applicate ” a toppa”, secondo la tradizione partenopea sono spesso realizzate con lo stesso taglio a “barchetta” o, appunto “a pignata”. Si tratta di un vezzo estetico che non ha un rilievo funzionale ma è nel contempo uno dei tratti distintivi delle giacche napoletane.

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Prossimamente approfondiremo altri aspetti della giacca napoletana…e se nel frattempo vi è venuta voglia di una giacca su misura ed abitate a Roma o dintorni, potete rivolgervi agli amici della Sartoria Giuliva, vero e proprio “tempio” della sartoria napoletana a Roma, nonché profondi conoscitori ed amanti del “bel vestire”.

Alla prossima!

Aboutaman

 

Ph credit:  // http://www.sciamat.com // http://www.thebespokedudes.com //

 

Crumbs of holidays

Cari readers ,

come ogni estate che si rispetti, arriva il tempo di archiviare i ricordi e pensare a come riorganizzarsi in vista degli impegni futuri.

I giorni passati in montagna, oltre ad avermi ricaricato, mi hanno regalato un nuovo entusiasmo, e forse un chiletto in più dato che si mangiava veramente bene 🙂 Mi permetto ancora un periodo di relax prima della vera e propria ripresa e per questo ho pensato di fare una selezione di scatti, con i diversi outfit scelti per il mio soggiorno a Courmayeur.

Ovviamente ho optato sempre per uno stile casual, lasciando a casa giacca e cravatta, che in  montagna, secondo me stonano un po’ e sono sinonimo di lavoro, impegno e, per me stress….quindi volutamente lasciati nell’armadio!

E voi dove siete stati di bello quest’estate? Ancora in giro?

Alla prossima.

Aboutaman

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Courmayeur mon amour…

Dear readers,

I’m spending a few days in Courmayeur and I’d like to share with you some pics of my outfit. Unfortunately this year the summer has not arrived, at least in the north Italy and I think will not come anymore. The temperatures are quite cold, especially at night and so the outfits are influenced by climate.
For the first night in Courmayeur I chose a casual look with a pair of jeans and belt Burberry’s, Santoni shoes, Kangra vest , and Bomboogie down jacket. 
What do you think about?
I wish you happy holidays!
See you soon.

Aboutaman

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Rome by night…which best photo shoot?

Last night in Rome i had a dinner with friends and after, walking through the little alleys i didn’t resist to take some picture…

Once at home i didn’t believe to my eyes, because it’s only seeing again the pictures you can appreciated the beautiful monuments of Rome.

Enjoy your holidays!

See you soon.

Aboutaman

Wearing:
Htc pants tailored, Lvicinquantasei jacket tailored, Miserocchi shoes, Santillo shirt, Rolex vintage watch with n.a.t.o. strap

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Bikers e dintorni…Andrea Cardone

Cari readers,

l’altro giorno, mentre tornavo a casa con la mia moto osservavo i vari bikers, ognuno con un proprio stile, un proprio abbigliamento, un proprio modo di vivere le due ruote. Da osservatore attento al particolare e non da esperto del settore, ho iniziato a viaggiare con la fantasia, provando a  ricondurre il popolo motociclista in quattro categorie, che mi sono sembrate abbastanza nette e distinguibili. Ovviamente, come in questi casi succede quando si cerca di ricondurre un pubblico vasto dentro schemi precisi si possono commettere errori, o trascurare qualcuno…non me ne vogliate se ciò è successo 😉

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“Vespista”: Da non confondere con lo “scooterista”, fedele allo stile classico ed intramontabile del due ruote di Pontedera, sfodera sempre una certa classe, ed è spesso vestito con giacca, eventualmente cravatta. In altri casi lo stile è più casual ma raramente mi sono imbattuto in vespisti trasandati o poco “in tono” con il “marchio”. Il merchandising aiuta, essendo quasi illimitato; è quindi frequente trovare vespisti con caschi, borse, orologi “brandizzati vespa”. Ho avuto anche io il piacere di guidare una vespa per qualche anno e devo dire che ho un ricordo fantastico 🙂

cats9“Bonnista”: Il suo mezzo è la Triumph Bonneville, ribattezzata “la bonnie”, che viene personalizzata in maniera infinita, quasi come fosse un abito sartoriale. Il proprietario spesso ostenta uno stile preppy, o altre volte “finto trasandato”, con giacche di pelle scolorite e barba di qualche giorno. Sempre più spesso si iniziano a vedere “bonnie” cavalcate da colletti bianchi, in cerca di una trasgressione che, forse in ufficio non trovano…Sicuramente tra gli incontri più affascinanti che si possono fare on the road, la “bonnie” rimane fedele negli anni, pur rinnovandosi nella tecnica.

foto5“Bmwista”: E’ un classico che si rinnova, bisogna però distinguere i modelli “naked” da quelli off-road. Infatti per i primi lo stile dei proprietari è spesso elegante, volendo quasi dandy, e solo di rado si osservano motociclisti in sella a naked della casa bavarese vestiti con giubbotti di pelle e stivali neri. Se passiamo, invece al mondo “off”, il discorso si capovolge perchè è in quest’ambito che troviamo il vero motociclista, quelloDSC00132 che prende la moto e fa 1000 km in un giorno, direzione Germania o passi dolomitici. Il “bmwista off” non lascia la moto in garage in inverno o perchè piove! Spesso ha comprato solo Bmw, come voto di assoluta fedeltà al marchio.

cats6“Harleysta”: Poche parole per descrivere uno stile di vita prima che un mezzo a due ruote. Assordanti, rumorosi, i bikers “Hd” si fanno notare e sentire già da lontano. Harley-Davidson è il ritratto di un’America che è stata e tuttora sopravvive. Nata per essere selvaggia, come vuole la colonna sonora (Born to be wild degli Steppenwolf) del celebre film (Easy Rider di Dennis Hopper) che ha reso famoso nell’immaginario collettivo il prototipo del biker da strada un po’ hyppie e farabutto; l’harleysta in giacca di pelle, jeans stracciati e stivali di cuoio, fuggitivo e ribelle come i protagonisti Wyatt, sempre in sella al suo inimitabile chopper “Capitan America”, e il suo compagno d’avventura Billy. E’ probabilmente il “mondo” biker più lontano dal mio modo di essere ma non per questo meno affascinante 😉

ANDREA CARDONE 

A corollario di quanto detto, è evidente che anche il casco viene scelto a seconda del tipo di moto  e per aiutarvi in questa decisione, vi presento un’azienda italiana, partenopea per la precisione, che da qualche anno produce e vende caschi ed accessori in pelle, chiaramente ispirati al mondo delle due ruote.

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Portavoce in chiave moderna della rinomata tradizione pellettiera campana il marchio Andrea Cardone nasce come realtà aziendale nel 2004. Tuttavia, a dispetto di una recente costituzione, l’azienda è il risultato di una tradizione familiare – la famiglia Cardone è presente nel settore da oltre 50 anni – che ha formato e contraddistinto l’attuale management aziendale. Alla guida, lo stesso Andrea Cardone, titolare e fondatore dell’omonima realtà, che sin da ragazzo frequentava assieme al padre e al nonno le botteghe artigiane di Napoli,che hanno reso famoso il made in Italy in tutto il mondo.
“Core business” dell’azienda è la produzione di caschi in pelle per la moto e le due ruote in genere, da cui si è poi sviluppata anche quella di accessori e borse coordinate.Le caratteristiche del prodotto di Andrea Cardone si racchiudono in tre parole: giusto mix tra qualità, sicurezza e stile.

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Alla prossima!

Aboutaman

Ph credit: www.andreacardone.com