







Cari lettori,
è da qualche tempo che vorrei riprendere un argomento che da molti è considerato “di nicchia” e, per questo, spesso trascurato anche da coloro che si definiscono dei perfetti “gentleman”.
Ricordate che abbiamo parlato qui della cura e protezione della scarpa, mentre qui abbiamo raccontato di quanto sia importante l’acquisto di scarpe di qualità.
Ebbene, quanto detto in quella sede è propeteutico ad un ulteriore “step” che, a mio avviso, rappresenta il vero salto di qualità tra chi pulisce e cura le proprie scarpe, e chi le ama.
Oggi vi parlo del “cirage”, che altro non vuol dire che rendere lucide le nostre amate calzature.
Sappiamo tutti che sono molte le componenti simboliche insite nella cura della calzatura maschile. Non è casuale che il gentiluomo vi si dedichi spesso personalmente e vi profunda la massima dedizione, non solo per valorizzare al massimo le proprie scarpe, ma anche per esaltarne l’irripetibile storia, perpetuarne, nel tempo, la bellezza e la durata.
Il “cirage” è la tecnica di lucidatura che serve a dare alla scarpa una particolare lucentezza e levigatura, tale da conferire alla pelle un effetto “a specchio”, “vetrificato”. La naturale luminosità del colore viene esaltata, conferendo alla superficie una patina tale da ricordare la trasparente smaltatura di una porcellana.
Generalmente il “cirage” si effettua con lucidi contenuti in scatole metalliche ad alta tenuta, in genere munite di una farfalla che ne facilita l’apertura. Si tratta di prodotti caratterizzati da altissime concentrazioni di materiali naturali quali cera carnauba e cera d’api.
Dando per scontate tutte le fasi di pulizia che abbiamo descritto qui, a scarpa perfettamente asciutta, occorre munirsi di una scatola di cera del colore più indicato, di una pezzuola di cotone piuttosto compatto (ottimo il popeline ricavabile da vecchie camicie) e di un vasetto contenente acqua fredda ed alcool. Personalmente, utilizzo in parti uguali acque e liquore ad alta gradazione alcolica (cognac, brandy, o grappa).
La pezzuola, passatemi il termine 😉 avvolta intorno all’indice e al medio, ben stretta e liscia, viene immersa nel liquido e, subito dopo, sul dischetto, in modo da raccogliere sulla punta una piccolissima quantità di cera. A questo punto, si comincia a passarla sull’intera superficie della scarpa con movimenti rotatori leggeri e costanti. Il movimento deve essere circolare, anzi a spirale, partendo da un punto centrale e allargando man mano l’area di azione.
E’ inoltre importante prendere quantità minime di liquido e di cera e, soprattutto, procedere con pazienza. Occorreranno infatti numerose applicazioni, gran parte delle quali concentrate sulla punta e sul tallone.
A poco a poco, la pelle comincerà a diventare sempre più lucida e le dita a scivolare lungo la superficie in modo sempre più agevole, come se scorressero – appunto – sul vetro. A questo punto, solo un’ultima, ma importante, operazione consentirà di esaltare ancor più l’effetto: occorrerà infatti strofinare vigorosamente la scarpa con una calza di nylon (meglio se avvolta intorno a una spugna o a un panno raggomitolato). La sottigliezza delle fibre e il calore sprigionato dallo sfregamento sulla pelle esalteranno l’effetto lucido della laccatura.
Alla fine l’effetto dovrebbe essere più o meno questo:
Dimenticavo…l’ingrediente più importante in questa operazione è il “fattore umano”, ossia tanto, ma tanto “olio di gomito”!
Alla prossima!
Aboutaman
Cari lettori,
oggi vorrei parlare di un particolare spesso trascurato nella scelta della camicia da uomo: il polsino.
Quando ci si fa realizzare una camicia su misura o se ne compra una già confezionata, quasi tutti faranno caso al collo o al colore e, se un pò smaliziati, anche al tessuto. In pochi fanno attenzione però, a particolari quali ad esempio i bottoni o, per l’appunto,…il polsino.
Andiamo allora insieme alla ricerca dei modelli di polsino più utilizzati, indicando quali scegliere per le occasioni formali ed informali.
Gemelli
Il più formale tra i modelli è quello con gemelli doppio, o alla francese, presenta polsini molto alti, in genere tra i 10 ed i 12 centimetri, con una doppia asola, che vengono ripiegati su se stessi. Molto spesso, per questioni funzionali, può essere stondato agli angoli della parte ripiegata per impedire che il polsino si incastri con la manica.
Gemelli singolo: può essere sia stondato che dritto (ad angolo retto alle estremità). La camicia con i polsini gemelli è obbligatoria per tutti le situazioni di dress code formale: tight; smoking; frac. Possiamo utilizzare i polsini gemelli ogni volta che vogliamo adottare un look ricercato ed elegante.
Smussato
Il polso smussato è il modello più usato tipico di una camicia versatile. Può essere ad un solo bottone o doppio bottone. Questo tipo di polsino andrebbe preferibilmente abbinato a un collo button down.
Rotondo
Il polso rotondo, detto anche stondato, è generalmente adatto a camicie più eleganti da indossare per occasioni formali e sotto abiti scuri. Presenta un solo bottone.
Doppia asola
Il polso doppia asola è particolarmente indicato nelle camicie sportive o a quadri. E’ possibile indossarla anche con un solo bottone allacciato.
Doppio bottone
Il polso doppio bottone è stondato e si adatta più facilmente alla misura del polso. Tipico delle camicie con colletto italiano. Si tratta di un accorgimento piuttosto comodo per il polso sinistro, dove spesso serve più spazio per fare posto all’orologio. Un dettaglio da non sottovalutare.
Dritto
Il polsino diritto, detto anche ad angolo quadrato, è tipico delle camicie più casual e sportive. Non a caso infatti è scelta da chi usa arrotolare le maniche. Importante è fare al massimo 2 giri, con le maniche che arrivano appena sotto al gomito.
Cari lettori,
come promesso nel precedente articolo (qui) il mio giro fiorentino, nonostante la giornata magnifica e le bellezze della città non invogliassero, ha avuto come epilogo ed obiettivo l’ingresso dentro la vera a propria manifestazione del Pitti Immagine Uomo. Qualche simpatico incontro ai desk per gli accrediti e poi, via….dentro al cuore pulsante di Fortezza da Basso, salutando qualche vecchia conoscenza ed immortalando le immancabili icone della manifestazione. Una volta dentro ho cercato di far tesoro delle tendenze e dei capi che vedremo nelle vetrine il prossimo autunno/inverno, immortalandoli in qualche scatto che vi lascio in anteprima 🙂
Alla prossima!
Aboutaman
Foto di rito con il mitico Nick Wooster, con il quale ho scambiato qualche parola, confermandomi che passa le giornate al Pitti a farsi fotografare…che divertimento! 🙂
Collezione A/I 2016-2017 di Rvr conferma la ricetta vincente del double face, unita a nuovi colori e fantasie.
Sealup…produce da tre generazioni cappotti apparentemente normali, che però nascondono un animo “tecnico”, essendo termoformati e, quindi resistenti alla pioggia.
Altea. Si percepisce il grande sforzo dell’azienda ad alzare l'”asticella” della qualità e dell’offerta di prodotti.
Guido Delli Fiori. Questo nome può non dire molto ma è colui che ha rilevato lo storico marchio Fumagalli 1891, che produce cravatte dal 1850. Ma non vi anticipo nulla dato che l’ho intervistato… 🙂
Brand che non ha bisogno di commenti…si respira un’aria assolutamente “british”…
Tombolini. Il prossimo inverno vedremo molti quadri…prepariamoci!
Sartorio Merta in Sciamat. Uno degli uomini vestiti con più gusto e sobrietà a mio avviso. Grande simpatia e classe da vendere! 😉
L’uomo immagine di Pitti. Lino Ieluzzi non può mancare alla manifestazione. Rappresenta l’immagine della Milano da bere attualizzata ai nostri giorni. Un gran signore.
Gennaro Nappo. Amico e fondatore di Gerba, brand giovane ma già affermato che produce catene portachiavi, bracciali ed ha da poco lanciato una linea di orologi. Qui il mio articolo su di lui
Cari lettori,
non sarà sfuggito ai più attenti che la settimana in corso è una delle più importanti per il mondo della moda maschile. Oltre 1.200 presenze di espositori stanno caratterizzando l’ottantanovesima edizione del Pitti Immagine Uomo, richiamando come ogni anno addetti ai lavori e semplici curiosi. Sembrava brutto mancare, e così un “giretto” per gli stands l’ho fatto anche io, salutando nuove e vecchie conoscenze… (more…)