Dopo aver parlato di camicie in termini “filosofici” vorrei dare qualche suggerimento pratico per orientarsi verso una scelta “consapevole” nell’acquisto della propria camicia. In tutte le teorie ci sono delle ipotesi di partenza ed in questa, escludiamo il detto “more is better than less“, ossia la possibilità di avere un armadio “infinito”, che renderebbe superfluo qualsiasi consiglio…sarebbe come ordinare tutto il menù di un ristorante per esser sicuri di trovare qualcosa che ci piaccia 🙂
Inquadrate le ipotesi di partenza ci chiediamo, perché partire dal colletto? Insieme al bordo dei polsini, il colletto è spesso l’unica parte visibile di una camicia, e di conseguenza la sua importanza è fondamentale, forse ancor più del tessuto e del colore. Di colli per camicia ne esistono tantissimi, e la rete è piena di elenchi più o meno probabili che sembrano, a chi scrive, più un esercizio di stile fine a se stesso, che non un concreto aiuto per chi si avvicina in questo mondo del “su misura”o della camicia in genere, ed ha le idee molto confuse, o non le ha affatto! 😉
Pertanto vorrei focalizzare l’attenzione su due sole tipologie di colli, in quanto rappresentano, da sole, l’80% della richiesta di mercato:

Collo italiano
Caratterizzato da un angolo più chiuso di quello francese, rappresenta nelle sue molte varianti il classico che va sempre bene, sopratutto se scegliamo un abbigliamento formale. Tuttavia, anche nel collo classico è possibile distinguere tra diverse varianti, più che altro differenti nella lunghezza delle punte, che ne fanno una camicia più o meno idonea alla cravatta. Nel collo italiano è sempre opportuno inserire le “stecche” per sostenerlo ma, a differenza del “francese”, in caso contrario il collo non subisce sgradevoli ripiegamenti su se stesso dato che è meno aperto e quindi meno soggetto a tale effetto. Personalmente consiglio sempre di indossare le stecche tutte le volte che l’occasione è formale e la camicia viene portata con la cravatta. Inoltre il collo “italiano” richiede una cravatta non troppo larga, e con un nodo poco vistoso. Il collo italiano, se abbinato a due bottoni cuciti sulla camicia a chiuderlo (c.d. “botton down”) diventa più sportivo e decisamente adatto ad occasioni in cui la cravatta non è richiesta. Ne esistono varianti ad uno e due bottoni.
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Italiano classico E’ particolarmente indicato per chi ama portare la cravatta. |
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Italiano aggiornato Presenta dimensioni leggermente maggiori di quello standard. Adatto a camicie casual, da portare senza cravatta. |
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Italiano aperto Della famiglia dei colli italiani è il più aperto, ideale da indossare slacciato per camicie di lino o sportive. |
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Italiano chiuso E’ un tipo di collo tradizionale, particolarmente distinto e adatto per cravatte con nodi piccoli. |
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Italiano basso Simile al collo “italiano classico” ma ancora più basso. Adatto per chi deve portare la cravatta tutti i giorni senza fastidi sul collo. |
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Italiano basso punte corte Collo italiano particolarmente piccolo e trendy. Da portare aperto o con cravatte rigorosamente strette. |
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Italiano alto due bottoni Perfetto per persone alte con collo particolarmente lungo e per gli amanti delle cravatte con grandi nodi vistosi. |
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Button down Presenta le caratteristiche standard di questo tipo di collo. |
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Button down alto due bottoni Perfetto per persone alte con collo particolarmente lungo. |

Collo francese
Caratterizzato da una linea decisamente più aperta, rispetto a quella italiana, rappresenta un tipo di collo elegante, con le punte molto ampie, ideali per nodi di cravatta importanti e voluminosi. Con questo tipo di collo è fondamentale la robustezza del tessuto e la presenza di “stecche” che mantengono le punte composte. Il collo francese esiste anche in variante molto aperta, che addirittura supera i 180° andando a rientrare, invece che rimanere appoggiato sul davanti. Molto apprezzato soprattutto se il resto dell’abbigliamento è ricercato, anche se va detto che lascia il nodo della cravatta molto scoperto.
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francese |
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Francese punte corte Si differenzia da quello francese per la lunghezza delle punte leggermente ridotte che lo rende più casual. |
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Francese alto due bottoni Perfetto per persone alte con collo particolarmente lungo e per gli amanti delle cravatte con grandi nodi vistosi. |
Stecche: Abbiamo citato “le stecche” da inserire nel colletto e, quindi, è bene precisare che essa rappresenta quei 5-6 centimetri di materiale duro o semi-duro che viene inserito nella parte interna del colletto anteriore della camicia, andando a “supportare” le due ali, impedendo che queste ultime si ripieghino. A volte le stecche sono cucite nel colletto, altre volte, come accade nel “su misura”, si possono togliere o mettere, avendo le asole “aperte”. Mi raccomando, togliamole sempre prima di mettere la camicia in lavatrice!…Lo dico per esperienza 😉
Le stecche possono essere in materiale pregiato, ma non è necessario che lo siano, anche se i puristi le desiderano in madreperla in o metallo, più o meno prezioso, fin’anche d’oro… personalmente le uso in madreperla, anche se ne ho un paio in argento, evitando volutamente la plastica….è vero, sono nascoste ma è proprio per questo che appaiono ancora di più un “vezzo” che fa tanto “lusso”.
Riprendendo la teoria iniziale, nella quale si è ipotizzato di avere un “budget” limitato nell’acquisto di camicie, ci chiediamo….qual’è il numero minimo per “coprire” il basic equipment? Diciamo che, spaziando dal lavoro agli aperitivi, dalle cene alle serate eleganti, dalle gite fuori porta alle vacanze, la risposta è sempre….dipende. Tuttavia mi sento di dire che con circa dieci camicie nell’armadio ce la possiamo cavare in ogni situazione, a patto di sceglierle con cognizione. Nello specifico ne consiglio due bianche e due celesti (una chiara l’altra più scura) a tinta unita, una a righe bianche e blu, una a righe bianche e rosse, una a quadri, più sportiva, e poi due camicie in oxford (colori basici) con il collo “botton down”, adatte ad un uso più casual. Infine una camicia con il collo per smoking, nel caso se ne possieda uno. Il discorso di complica se introduciamo anche la variante “polsino”, fino ad ora volutamente tralasciata, in quanto la scelta tra “bottone” o “gemello” va ad arricchire ulteriormente il nostro fabbisogno “minimo”; per ovviare al problema, se delle due bianche una la facciamo confezionare con il polsino “a gemello”, siamo a posto 😉

Polsino con bottoni

Polsino per gemello
At least but not last…inutile cercare una camicia che ci renda più belli…, è solo come ci sentiamo dentro ad esprimere ciò che gli altri vedono di noi… 😉
E come diceva un famoso “testimonial” qualche anno fa…”buona camicia a tutti”!
Per come la vedo io, lo smoking andrebbe acquistato soltanto se lo si utilizza realmente; in caso contrario è una spesa superflua. Ho 37 anni, e non m’è capitato di doverlo indossare in vita mia. Poi, se per qualche motivo vi capitasse l’occasione di comprarne uno a prezzi stracciati è un altro paio di maniche =D
Riguardo al “numero minimo” la camicia più importante (oserei dire fondamentale) rimane quella bianca; bisognerebbe averla sempre disponibile 365 giorni l’anno, per questo motivo direi che quattro camicie bianche (almeno) sono basilari in ogni guardaroba maschile che si rispetti.
La camicia a righe bianche e rosse la vedo decisamente estiva; bianca con riga granata/bordeaux è ancora meglio, utilizzabile in ogni stagione e con tutti gli outfit tendenti al classico.
Se hai uno smoking, poi trovi anche l’occasione per metterlo! 😉
Sulle camicie, il mio è un consiglio basato sull’esperienza, nulla vieta che il mix possa variare in funzione del proprio stile di vita.
Grazie cmq dei consigli!