Spesso si è portati a pensare che le cose semplici siano anche facili. Ad una prima lettura potrebbe sembrare così, ma scendendo ad un livello maggiore di approfondimento notiamo come la frase nasconda delle insidie, non solo linguistiche.
L’esempio che oggi introduce il nuovo articolo è proprio legato a questa apparente similitudine tra il semplice ed il facile.
La giacca è un capo che si può definire “semplice” sia per la diffusione mondiale del prodotto, sia per le molteplici possibilità di abbinamento e per le innumerevoli declinazioni in cui la possiamo trovare sul mercato, e così, dopo aver parlato della giacca doppio petto vorrei dare un focus sui possibili rischi che si corrono sottovalutando la giacca, pensando che sia anche un capo “immortale”.
Innanzitutto la convinzione più diffusa è che comprando una giacca, magari blu, si assolva per anni al compito di avere un capo iconico, considerandolo scevro dalle sollecitazioni della moda. Forse una volta era così, ma oggi NO!
Infatti abbiamo dovuto assistere, nel giro di tre o quattro stagioni ad un vero e proprio stravolgimento delle proporzioni, rendendo in un sol colpo antiquate ed anacronistiche le giacche presenti nei nostri armadi. Spalle imbottite, lunghezze da “frac”, terzo bottone funzionale, asole finte, hanno fatto il loro tempo, e la cosa non si è potuta evitare neanche con i miracoli dei sarti di fiducia, i quali hanno alzato le mani davanti a richieste di stravolgimenti che avrebbero comportato a livello economico degli esborsi simili all’acquisto di un capo nuovo, senza tra l’altro garantirne lo stesso risultato.
E così, siamo stati costretti a metter da parte giacche magari in tessuto pregiato, ma non più rappresentative del nuovo modo di intendere la giacca da uomo. Ma quali sono i segnali più evidenti di questi cambiamenti?
Innanzitutto la scuola napoletana sembra aver avuto il sopravvento rispetto a quella inglese, decretando, e quasi dettando in modo imperativo le regole e le nuove proporzioni. Inoltre, nuovi stilisti emergenti ed altri ormai consolidati nel mondo del “bespoke” (un esempio per tutti Valentino Ricci, co-fondatore di Sciamàt) stanno dando il loro prezioso contributo per la nascita di un nuovo stile, non classificabile in una scuola precisa.
La giacca sartoriale oggi è più corta, con la spalla a camicia, a tre bottoni che si puntano a due.
Gli spacchi posteriori si allungano, arrivando in alcuni casi a sfiorare i 30 cm, la manica è a mappina, caratterizzata da piccole pieghe all’altezza della cucitura con la spalla e si fa stretta, con il fondo ideale ai 13 cm. I revers in sartoria si allargano anche a 12 cm dando la sensazione ottica di stringere la vita. La spalla si svuota, imitando quasi quella della camicia, la tasca applicata, invece, è a pignata, per la sua forma peculiare, simile a quella di una pentola. La tela all’interno è leggera, la fodera è a metà o è assente. La ripresa (pence) sul davanti si fa fino al fondo, il taschino in petto è a barchetta ed i bottoni sulla manica sono uno, per il blazer sportivo e due distanziati, per l’abito.
Piccolo approfondimento: Il bavero “a lancia”, tipico del doppiopetto, è più formale, ma lo si sta rivalutando anche sul monopetto, al fine di dare un tocco di stile ad un abito, altrimenti "piatto". E comunque, tradizionale, “a lancia” o "a scialle" che sia, la magia del revers sartoriale sta nel suo disegno a mano sul cartamodello. Il risultato è una “pancia” o una punta ogni volta diverse. C’è chi lo fa più pesante, mettendo all’interno tela, crine di cavallo epelo cammello, come da tradizione nella sartoria milanese; c’è chi lo fa leggero, come a Napoli, inserendo solo uno strato di tela da 150 grammi; c’è chi, infine, non mette nemmeno la tela all’interno, preferendo il cotone.
Detto questo aprite il vostro armadio, cercate il reparto giacche e verificate se queste rispecchino quanto detto sopra….se la risposta è affermativa allora avete ancora una fedele alleata con la quale risolvere non poche serate, indecisi davanti all’armadio… è quasi superfluo ricordare che un jeans ed una giacca blu, con sotto una camicia bianca o anche una t-shirt rappresentano sempre un pass par tout che apre anche i migliori “privè” 😉
Viceversa, se la risposta è negativa, con molta probabilità la vostra giacca ha già passato diverse stagioni nell’armadio ed è, forse arrivato il momento di “aggiornarla” con la 2.0 perché in caso contrario l’imbottitura delle spalle, e la lunghezza eccessiva, nonché tutta una serie di particolari, ci farà sentire “datati” come lei, creando quell’increscioso spartiacque tra giovani (alla moda) e vecchi (fuori moda), in cui noi non siamo i giovani 😉
Se state ancora leggendo e non siete corsi ad acquistare una nuova giacca vorrei congedarmi dicendo che la giacca, in versione 2.0 come prima definita, è sempre perfetta per il jeans, ma rende al meglio se, abbinata con un bel pantalone in fresco di lana (cerruti o tasmania vanno bene) grigio, con fondo 16 cm e magari i bottoni interni per metterci un paio di bretelle, come da ultime tendenze. Un mocassino con nappina o double monk completerà il vostro look da ufficio.
Se poi vi piace osare un po’ di più potete abbinare la vostra giacca blu con un pantalone ghiaccio ed un mocassino scamosciato blu. In una giornata di sole mi sembra una buona alternativa al classico pantalone grigio.
Infine sotto la giacca, una via di mezzo tra il formale ed il casual potrebbe essere rappresentato dal pantalone chinos, marrone, o comunque chiaro, il quale darà risalto ad una giacca dai tessuti sportivi, come il piquet o in estate anche il lino, e così sarete in pieno “preppy style”.
Alla prossima 😉
Aboutaman
molto bello il tuo outfit, mi piace molto l’abbinamento casual, formale… complimenti se ti va passa dal mio blog!!!
Grazie 😉