E’ da un po’ che osservo come nelle collezioni di quasi tutti gli stilisti nazionali e non, c’è un’ ormai consolidata tendenza ad accorciare l’orlo dei pantaloni ed a stringere il fondo al di sotto dei classici canoni di buon gusto ed eleganza.
Ora, al di là di giudizi meritori, mi soffermo sul confrontare ciò che era e ciò che è. Non cito alcuna bibliografie o studio accademico, quindi o vi fidate oppure pazienza…fino a qualche anno fa si diceva che l’orlo dei pantaloni doveva “appoggiare” sulla scarpa fino addirittura a coprirla per i 2/3 e, di conseguenza la larghezza del fondo del pantalone era abbondantemente sopra i 20 cm, proprio per consentire al pantalone di coprire la scarpa. E non mi riferisco agli anni 70 ed alla moda dei pantaloni ” a campana” ma mi colloco, in questa osservazione, intorno alla metà degli anni 90.
Oggi il concetto di pantalone “sartoriale” si è, a mio avviso, un po’ confuso con quello di pantalone “stretto”. I canoni odierni manterrebbero (il condizionale è d’obbligo) ancora una certa “dignità” e salvo esaltazioni di qualche “stilista” ancora oggi il buon vecchio sarto ci consiglierebbe di non osare troppo sia a livello di lunghezza che di fondo gamba. Almeno il mio è solito dire così…con l’aggiunta “poi fai tu…”, ed lì che sbaglia!
Se però guardiamo le riviste di moda (guardiamo? riviste? come sono antico!) il pantalone non tocca neanche più la scarpa, anzi nel migliore dei casi la sfiora..nel peggiore lascia anche un paio di abbondanti centimetri di calza (quando c’è) in bella in vista.
Inoltre la larghezza del fondo del pantalone scende a vista d’occhio e se, fino ad un paio di anni fa un fondo 17,50/18,00 cm era “ok” oggi sembra verosimilmente largo. Infatti, inutile dirlo ma ormai il fondo “veleggia” verso i 16 cm e bisogna stare attenti la sera, quando ci sfiliamo i pantaloni, a che non ci sia nessuno intorno, perché l’operazione potrebbe diventare ardua e pericolosa…
Ora, io non entro nel merito, perché se dico che sfilare i pantaloni diventa arduo è perché l’ho provato sulla mia pelle! Allora, in questi casi consiglio un fondo stretto (appunto sotto i 17 cm) solo se il pantalone ha una percentuale di “elastane” che ne consente un certo agio, in fase di utilizzo. Per quanto riguarda la lunghezza consiglio di mantenersi almeno rasenti alla scarpa in tutte quelle occasioni formali in cui sono presenti zie, nonne e così via, al fine di non dover dare troppe spiegazioni, comunque a loro poco comprensibili, o magari ad un colloquio di lavoro..
Nonostante queste raccomandazioni ecco come vado in giro io….pantalone sopra la caviglia con fondo 16 cm..tanto non avevo colloqui di lavoro o incontri di famiglia 😉
Ultima riflessione riguarda il risvolto dei pantaloni che io preferisco fare sempre in quelli formali (tranne lo smoking), lasciando libertà di scelta in quelli più casual. Il risvolto lo faccio da 4 cm ma molto dipende dall’altezza della persona; più si è bassi più il risvolto alto accorcia la figura. In ogni caso, a prescindere dall’altezza non andrei mai oltre i 4 cm.
Non voglio aprire il discorso “calzino si, calzino no” perché sarà oggetto di un altro post..per ora mi limito a dire…rispettiamo le stagioni please! In inverno i calzini mettiamoli, a meno che non siamo scappati di casa per un incendio o un terremoto…
Alla prossima!
Ciao Alessandro! Inizio con dirti che ho trovato il tuo articolo molto interessante. Ho una curiosità, consiglieresti un fondo di 16/17 cm anche per completi?
Grazie per l’interessamento…devo dirti che il fondo dei pantaloni dipende molto dalla tua conformazione di piede e caviglia. In generale comunque io tendo a fare il fondo dei pantaloni più “formali” leggermente più ampio, circa 16,5/17, così come faccio più ampio il fondo di quelli invernali “pesanti”, che altrimenti non si toglierebbero di dosso!
Ciao
Devo dire che a me piacciono molto i pantaloni con questo taglio! sto cercando di convincere anche il mio fidanzato di ciò, ma è ancora un po’ titubante ahah 😀
passa da me 😀 : http://www.bluzevloramucha.wordpress.com
Vedrai che lo convincerai presto! 😉