Le bretelle da uomo rappresentano un vero e proprio elogio dell’eleganza sobria e mascolina degli inizi del ‘900, quando venivano portate da tutti i dandy di alta classe. Il loro ritorno sulle “scene” è a tutti gli effetti, un tuffo nel passato e nella storia centenaria, che accompagna la loro nascita.
Cenni storici: difficile dare una data certa poiché, forse, le bretelle sono sempre esistite come accessorio per “tener su” i pantaloni. Volendo essere più accademici possiamo dire che le prime bretelle o simil tali comparvero durante la Rivoluzione Francese. Tuttavia, le bretelle, così come le conosciamo oggi sono state ideate da Albert Thurston nel 1822 e fin da subito Re, principi e primi ministri le acquistavano nella sua boutique a Londra. Formate da due fasce parallele sul davanti, ad X o ad Y dietro, si potevano agganciare ai pantaloni tramite fibbie, morsetti o bottoni.
E se la nascita delle bretelle moderne si può associare all’Inghilterra (braces), molto amate lo sono anche negli Stati Uniti (suspenders), ma per ragioni diverse. Gli americani le prediligono per la loro comodità e praticità e forse anche perché sono un po’ nostalgici. Per gli inglesi invece si tratta perlopiù di un attaccamento alla tradizione. Nell’Europa continentale ad indossare le autentiche bretelle inglesi, quelle che si abbottonano alla cintura dei pantaloni, sono soprattutto dandy anglofili e zelanti commessi di negozi di articoli maschili.
Motivi di praticità avevano fatto pian piano accantonare quest’accessorio in favore delle cinture, ma in questi ultimi anni la bretella ha ritrovato nuova linfa fino al punto di non essere più considerata accessorio “in panchina”, ma titolare a tutti gli effetti di un ruolo da protagonista nell’outfit maschile. Ovviamente, come spesso accade quando le mode tornano, non pensiamo che le bretelle siano state riproposte così com’erano in origine. Infatti c’è stato un gran lavoro da parte degli stilisti che hanno saputo interpretare in chiave moderna, forme e materiali, regalando a questo accessorio un rinnovato “appeal”.
Che la si indossi sotto una giacca di tweed o sotto un abito da cerimonia, l’effetto sarà sempre originale, così come particolare sarà l’effetto indossando le bretelle sopra la camicia, tenendole quindi bene in vista. Certo i puristi storceranno un po’ il naso a quest’ultima affermazione, dal momento che anticamente il buon gusto imponeva di coprirle, essendo assimiliate ad un capo di biancheria. Poi la scomparsa del panciotto, ha reso l’oggetto “bretelle” esteticamente inviso alla sensibilità comune e pertanto i gentiluomini che avevano gioco facile con i “gilet” (peraltro tornati di gran moda ultimamente!) si sono dovuti arrendere all’esibizione ormai quasi sfacciata della bretella.
Se, quindi, indossare le bretelle “a vista” è stato in parte sdoganato rispetto ai dogmi di inizio ‘900 che la volevano rigorosamente nascosta, la regola che, invece vale sempre è quella di non indossare le bretelle insieme alla cintura; se un buon paio di bretelle può far guadagnare oggi anzianità nella considerazione sociale di un gentleman, con la medesima solerzia questa svanirà nel momento in cui il gentiluomo in questione decidesse di utilizzarla insieme alla cintura. Al riguardo vale la pena ricordare la frase di un celebre film di Billy Wilder, “L’asso nella manica” allorché nel lontano 1951 riportava il seguente dialogo: “Ho mentito a uomini che avevano la cintura e a uomini che avevano le bretelle, ma non sarò mai così sciocco da mentire a un uomo che porta cintura e bretelle“.
Tessuti: Il classico per le bretelle è il Box Cloth, costituito da una stoffa spessa e quasi felpata, caratterizzata dal fatto di non allungarsi (contrariamente ai modelli elasticizzati oggi in commercio); i dettagli sono realizzati in ottone e pelle di capretto.
Un’alternativa valida e più pratica al box cloth è rappresentato dalla seta o dal rayon, oppure da fibre sintetiche. Oggi sono regolabili in base alla propria fisicità ma in pochi sanno che prima dell’arrivo delle pinze regolabili, le bretelle erano divise per taglia, proprio come le cinture.
A chi sono consigliate: paradossalmente le bretelle risultano essere indicate, in particolar modo, per chi possiede fisici tra loro agli antipodi, per caratteristiche: i più grassi potranno indossare pantaloni dal giro vita particolarmente accentuato senza che questi debbano necessariamente – pur di non cadere ad ogni passo – “scollinare” oltre lo stesso; i più magri, al contrario, eviteranno la necessità di stringersi, fino alla soglia dell’afflizione, in cinture indispensabili a non far crollare i già pur stretti pantaloni. 😉
Personalmente la bretella mi riporta all’infanzia (lontana? Eh già…), ed all’abitudine di molte mamme di far indossare ai loro bambini quest’accessorio colorato per tenere su un jeans ancora troppo largo. Mia mamma non faceva eccezione 😉 Nostalgico? Non saprei ma questo è il mio ricordo più vivo about suspenders… 🙂
Suggerimento: quando si indossano le bretelle, è bene far rimuovere i passanti dei pantaloni. Il gioco degli equilibri vale anche per questo tema, e quindi una bretella “regimental” è in genere più indicata con camicie in tinta unita, per evitare quello che con una pertinente sinestesia verrebbe definito “rumore visuale”, prodotto dall’abbinamento di troppe fantasie.
Vi lascio con una frase celebre di Oscar Wilde….
Alla prossima
Aboutaman
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