Cari lettori,
a breve si terrà l’edizione n.88 del Pitti Immagine Uomo, che due volte l’anno raccoglie appassionati, curiosi e chiaramente i rappresentanti dei maggiori brands nazionali ed internazionali del menswear maschile. Fortezza da Basso accenderà di nuovo i riflettori, diventando passerella naturale per blogger, fotografi, personaggi più o meno famosi e richiamerà l’attenzione dei media e della rete per qualche giorno, restiuendo poi pace e tranquillità ai cittadini dello splendido capoluogo toscano, in attesa dell’edizione invernale.
Chi va al Pitti sa benissimo che si gioca le sue migliori carte a livello di visibilità, indipendentemente dal settore di provenienza o dal motivo che lo fa essere presente e, così, l’idea di massima dev’essere quella di sembrare del tutto naturali ed a proprio agio sotto i riflettori del palcoscenico pittiano, nascondendo in realtà preparativi e studi che soggiacciono silenziosamente all’innata (o costruita?) postura che si andrà sfrontatamente a metter in bella mostra. Di sprezzatura ne abbiamo già parlato qui, ed il senso è proprio questo; non a caso il termine trova il suo massimo epilogo di rappresentatività proprio nei giorni della manifestazione fiorentina.
Cosa c’entra tutto questo con me? A parte il divertimento e la passione di rendere pubblici questi miei pensieri poco…
Nonostante tutto ho anch’io la mia fuoriserie in garage…pronta, o quasi, per l’appuntamento mondano di metà giugno.
Stiamo ovviamente parlando di un abito che, a prima vista non ha nulla di strano. A guardarlo bene però c’è qualcosa che lo contraddistingue, ed è il fatto che è su misura, ossia modellato e realizzato solo per me… 🙂
Già questa consapevolezza mi fa senitre fortunato ed anche, perchè no, un po’ speciale. La cura dei dettagli, non mi stancherò mai di dirlo, è la chiave del successo in tutti i settori, ed è ciò che caratterizza un prodotto di qualità, da un prodotto dozzinale.
Prendiamo un’immaginaria lente di ingrandimento e vediamo cosa distingue questo abito rispetto ad altri già pronti… Il richiamo alla scuola napoletana è assai evidente, già guardando i revers, generosamente oltre i 10 centimetri. La spalla è svuotata, leggermente arricciata ed a lavoro finito avrà un leggero rollino di cotone e nulla più. Le tasche sono “a toppa”, con quella del taschino a forma di pignata, come direbbero a Napoli. Ma non basta…gli spacchi posteriori sono molto ampi, di 28 centimetri come si compiace allo stile partenopeo, e la giacca, finita sarà un tre bottoni, stirato a due. All’interno due taschini a filo più uno per il telefono, ed una leggera fodera a mantellina sulle spalle completano la parte superiore dell’abito. Bottoni in corno blu.
Venendo ai pantaloni, balza subito all’occhio la doppia pences frontale, non ancora chiusa da travetti e poi, in bella mostra il cinturino in vita di ben 5 centimetri con allungo laterale chiuso da doppio bottone. Non ci sono i passanti? L’avete notato allora…dentro ci sono i bottoni per le bretelle e null’altro, niente passanti vuol dire niente cinta!
Il fondo del pantalone è stato stretto a 16 centimetri, mentre la parte superiore sarà più lasca per consentire avevolmente i movimenti dando la sensazione di chiusura dall’alto verso il basso.
Per finire il tessuto è un Fordam 140’s, dal peso di circa 250 grammi.
Inutile dire che il tutto è stato cucito a mano, così come a mano verranno fatte tutte le rifiniture, pertanto è bello notare qua e la delle impercettibili imperfezioni nelle cuciture che, a mio modesto avviso, rendono l’abito veramente unico.
A presto con le foto finali!
Alessandro
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