Come promesso, la seconda parte dell’articolo sul “social power”. Per chi si fosse perso la prima parte può trovarla qui:
Dicevamo che obiettivo è quello di trovare alcuni punti su cui lavorare, per tirare fuori il lato più “interessante” di ciascuno di noi, così da porre le basi anche per il successo “mediatico”. Come detto, spesso si tratta semplicemente di usare le c.d. “buone maniere” che oggi sembrano essere dimenticate e quasi anacronistiche. Ecco il mio pensiero:
1) Non essere noioso Sembra facile eh! È molto brutto scoprire di annoiare altre persone essendo convinti di essere simpatici e divertenti. La soluzione, però, c’è: essere brevi, e positivi. Se si cerca di essere allegri è molto difficile che qualcuno possa accusarci di essere una cattiva compagnia. Altre volte, invece, per evitare di sembrare innaturali, è il caso di parlare ma, attenzione… se qualcuno non fa domande su quello di cui parlate, allora è bene porsi qualche dubbio, e tagliare in fretta…il vostro interlocutore è ormai assente! Insomma per evitare di essere noiosi bisogna captare l’aria intorno a noi…se parliamo da più di 5 minuti e tutti intorno hanno braccia conserte o indice e medio sul mento…beh ci siamo…mollate il colpo! A volte è meglio un silenzio di mille parole! Il mondo esiste anche senza di noi…
2) Ascoltare Riuscire a fare buona impressione è ottimo, ma può anche finire in giochi di competizione, manie di protagonismo e invidia. Le persone amano parlare di sé, e lasciandole fare daremo loro più piacere del cibo e dei soldi. Sembra un paradosso, ma si può fare un’ottima impressione anche solo dicendo poche cose. Chi ci piace di più, di solito, dice sempre molto poco.
3) Interessare tutti i nostri interlocutori Se ci troviamo a cena, magari con con una donna, magari al primo appuntamento, ricordiamo che a lei non interesserà ascoltare le doti tecniche della nostra auto o le nostre prodezze sportive, o quanto siamo fighi! In questi casi è bene fare domande e capire i gusti di chi abbiamo di fronte…se poi la donna in questione è un pilota di rally, la strada è già spianata 😉 Ma, in tutta sincerità, la probabilità che ciò accada, è veramente molto, ma molto bassa. Il consiglio è sempre quello di seguire il discorso ed intervenire solo se abbiamo capito di cosa si sta parlando, cercando di alternare i discorsi, approfondendo quelli che il nostro interlocutore sembra gradire.
4) Avere sempre un argomento di riserva “passpartout” Chi va su un palco e tiene uno spettacolo, non va mai al buio. Prima ha provato più volte e lo stesso vale per i colloqui di ogni tipo (di lavoro, di amicizia, etc.): occorre avere un repertorio di storie, anche piccole, con cui riuscire a divertire, informare e coinvolgere. Le più interessanti riguardano le persone e non le cose ed avere in tasca sempre un argomento di riserva ci aiuterà come l’aerosol per gli asmatici 😉
5) Tirare fuori…il carisma Prima di tutto bisogna averlo direbbe qualcuno… ma spesso non si tira fuori per timidezza, o perché non si conoscono le proprie potenzialità. Infatti non tutto c’entra con quello che si dice, e se una stessa frase viene detta da persone molto affascinanti, ed interessanti l’effetto è amplificato. E’ meglio dire con sicurezza una bugia che raccontare balbettando una pura verità. A ciò si aggiunga che il linguaggio dei gesti, del corpo, il tono della voce possono fare la differenza tra una storia qualunque ed una storia magnifica. Insomma il carisma è come la cornice di un quadro…lo stesso può essere stupendo ma se non viene valorizzato da una bella cornice, in pochi lo noteranno.
6) Giocare “in casa” Il contesto conta. In generale, non siamo in grado di stabilire da dove vengano le nostre sensazioni. Si crede che dipendano dalle persone con cui si sta, anche se in realtà non è (sempre) così. Ad esempio, perché i musicisti sono sempre così affascinanti? Perché la musica, e la folla, stimolano sempre emozioni, e si tende ad associarle alla persona e non, in realtà alla situazione. Quindi, se possibile cerchiamo di fare “nostro” l’ambiente circostante e valutare bene dove andare con persone che si incontrano per la prima volta, che sia per motivi di lavoro o, ancor di più, sentimentali 😉
7) Vivere la vita che si vuole Se vuoi essere un cavaliere, vivi come un cavaliere…questo è un po’ il tema centrale del “Don Chisciotte” ma è dentro questo concetto che si racchiude il senso dell’essere interessanti. Se non si legge, non si osserva, non si pensa, è difficile poi avere le idee “giuste”. Non occorre spendere, né faticare troppo, basterebbe frequentare più spesso persone interessanti, o che reputiamo socialmente stimolanti, dal momento che sono loro a condizionare il nostro comportamento, che lo si voglia o no. E per persone interessanti non intendo quelle famose, basta un amico/a che la pensi diversamente da noi e sappia confrontarsi con noi, senza annuire passivamente ai nostri soliloqui, cercando invece di stimolare il nostro “ego” ad andare “oltre”, senza auto celebrarsi ogni volta.
In conclusione non andiamo a cercare il successo o il potere… sarà lui a trovare noi se mettiamo in campo la nostra intelligenza, il nostro carisma, senza sforzarci di sembrare migliori, ma lavorando duramente per diventarlo 😉 L’allenamento è fondamentale anche nel mondo virtuale…non dimentichiamolo!
Attendo i vostri commenti!
A presto 🙂
Aboutaman